Libia, appello a RaiNews dei rifugiati eritrei prigionieri a Ben Gashir: “Aiutateci a uscire da qui”
Mentre Tripoli è ancora sotto assedio dalle truppe del leader della Cirenaica Haftar, resta incerta la sorte di migliaia di profughi, rifugiati e migranti prigionieri nelle carceri libiche
L'Unhcr chiede con urgenza e preoccupazione il rilascio e l'evacuazione dei detenuti bloccati dal fuoco incrociato. Preoccupa in particolare la sorte di circa 1.500 rinchiusi in tre centri di detenzione – Qasr Ben Gashir, Abu Salim e Gharyan - vicini alla capitale dove le forze militari del generale Khalifa Haftar combattono senza sosta da giorni.
Attraverso l’avvocato Giulia Tranchina, attiva per il supporto dei rifugiati eritrei, etiopi e sudanesi prigionieri in Libia, dall’ottobre dell’anno scorso Rainews24 è in contatto con un gruppo di eritrei internati a Ben Gashir a circa 30 chilometri da Tripoli dove sono prigionieri almeno in 500 tra cui anche molte donne incinte e bambini.
Oltre alle condizioni disumane in cui vengono tenuti da mesi, adesso si aggiunge il terrore del conflitto. La settimana scorsa un missile lanciato da un jet militare è caduto nell’atrio del settore femminile, fortunatamente senza provocare vittime. Il capo dei carcerieri ha proposto ad alcuni di loro il trasferimento in un altro centro: ma loro hanno paura di finire ancora una volta nelle mani dei trafficanti che ora più di prima sono incontrollabili. Angela Caponnetto ha raccolto l’appello di un detenuto eritreo a ben Gashir: “Vi prego aiutateci!”