Decarbonizzazione, Aeroporti di Roma: azzerare le emissioni entro il 2050

di Bianca Michelangeli

Per il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini occorre «vigilare sull’operato di chi ci succederà, perché il Patto per la decarbonizzazione del trasporto aereo non può non avere la massima attenzione di tutta la politica»

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Azzerare le emissioni di anidride carbonica entro il 2050: è l’ambizioso obiettivo finale del Patto per la decarbonizzazione del trasporto aereo, il cui primo congresso si svolge oggi all’aeroporto di Fiumicino. Promosso da Aeroporti di Roma in collaborazione con il Politecnico di Milano e con il patrocinio dell’Enac, del ministero della Transizione ecologica e di quello delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, il Patto – ha spiegato durante l’incontro Claudio De Vicenti, presidente di Adr - intende fornire le strategie «per progettare un percorso serio e praticabile verso la decarbonizzazione con un approccio serio e scientifico». «Sappiamo che il mondo del trasporto aereo è responsabile di una parte relativamente limitata delle emissioni complessive – ha chiarito De Vicenti -, ma ciò non toglie che anche questo settore debba impegnarsi nel percorso di decarbonizzazione, che è impegnativo ma possibile. Siamo convinti – ha detto il presidente di Adr – che questa sia una priorità indiscutibile: il trasporto aereo mette in relazione popoli, culture, punti di vista, ed è fondamentale allo sviluppo economico e civile del nostro mondo».

Sebbene il settore aereo sia responsabile di appena il 2% delle emissioni di gas serra a livello mondiale, infatti, anche per il presidente di Enac Pierluigi Di Palma è importante «che il nostro comparto assuma un ruolo guida nel percorso di riconciliazione con l’ambiente, considerato anche l’impatto mediatico che ha rispetto alle altre mobilità». Per diminuire le emissioni di gas serra in maniera compatibile con l’Agenda 2030 e l’obiettivo Net Zero emissions entro il 2050, però, non c’è una sola strada: «Le strategie che dovranno essere adottate - ha evidenziato il professor Davide Chiaroni, cofondatore del Gruppo Energy & Strategy del Politecnico di Milano - sono molteplici, dall’adozione di carburanti e sistemi di propulsione alternativi all’efficientamento energetico delle infrastrutture aeroportuali». E secondo Marco Troncone, amministratore delegato di Adr, è soprattutto l’incentivazione all’utilizzo di carburanti sostenibili (i cosiddetti Saf, ovvero «Sustainable aviation fuel») a poter fare la differenza più grande: «È la soluzione più immediata, ma la produzione di Saf biologico – ha sottolineato - non sarà sufficiente a soddisfare la domanda di mercato. Per questo è fondamentale iniziare a promuovere policy ed incentivi per la produzione di quello sintetico».

Un appello raccolto dal ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, che ai partecipanti al congresso ha spiegato come sia necessario, «da qui al 2030, fare una serie di investimenti sui fattori abilitanti», e cioè su quelli che renderanno la decarbonizzazione possibile. «Le scelte che saranno fatte nei prossimi mesi – ha detto, ricordando l’imminente appuntamento elettorale – ci permetteranno di capire se il nuovo governo continuerà a lavorare in questa direzione o se, in nome di altre priorità, il tema ambientale sarà messo da parte. Ma o investiamo anno dopo anno – ha avvisato il ministro - oppure saremo costretti a correre più avanti. A quel punto però sarà molto difficile, soprattutto perché gli altri Paesi europei stanno andando in questa direzione, e per l’Italia significherebbe perdere posizioni. Mi auguro che queste preoccupazioni vengano presto sfatate – ha concluso Giovannini -, ma invito tutti a vigilare sull’operato di chi ci succederà, perché il Patto per la decarbonizzazione del trasporto aereo non può non avere la massima attenzione di tutta la politica».

21 settembre 2022 (modifica il 21 settembre 2022 | 13:13)