Una facoltà che forma non professionisti, ma persone per la cura, unendo empatia e alta capacità scientifica e clinica: è questo il messaggio della giornata di Open Week dedicata alla facoltà di Medicina e chirurgia, trasmessa online sui social dell’Università Cattolica nel pomeriggio del 28 maggio.

La giornata è stata Introdotta dal saluto del preside della facoltà Rocco Bellantone con un augurio «a tutte le aspiranti matricole a formarsi in una facoltà “cattolica” in quanto universale e solidale che non è un fattore aggiunto, ma quello più importante. Una facoltà che diventa una vera comunità aperta all’empatia con le persone malate, in piena sinergia con le attività del Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, “palestra” eccezionale per i nostri ragazzi ed esperienza irripetibile per studenti che non studiano solamente, ma vivono la Medicina». «L’aspetto internazionale – ha proseguito il preside – continuerà a caratterizzare tutta la nostra offerta formativa, così come l’innovazione tecnologica in tutti i corsi di altissimo profilo scientifico, accanto alla didattica applicata in laboratori attrezzati e grazie agli scambi con le più importanti realtà e istituzioni mondiali».

«I giorni dell’emergenza sanitaria in cui tutti abbiamo lavorato per le persone affette dalla Covid-19 – ha detto il professor Antonio Lanzone, presidente del corso di laurea magistrale in Medicina e chirurgia che ha presentato nel dettaglio l’offerta formativa dei Corsi di laurea triennale e magistrali a ciclo unico della facoltà – è stata un’esperienza fondamentale: sembrava tutto perduto, invece è stata una collaborazione fattiva. E adesso, la didattica da remoto, necessaria ora e nel prossimo futuro, non è e non sarà una didattica basata sul nulla, essendo inoltre noi docenti dell’Università Cattolica già pronti a questo nuovo sistema». «Il medico del futuro – ha proseguito il professor Lanzone - non è solo quello che impara nozioni, ma è il medico aggiornato che sa utilizzare tuti gli strumenti. Siamo docenti e studenti più completi, grazie alle nuove “gocce di sapienza” di questo complesso e unico periodo che abbiamo trascorso per la formazione futura, anche con una metodologia che sembra fredda, ma che invece amplifica la formazione nel rapporto tra docente e studente».

«La mia vita per e con gli studenti è intensa – ha concluso il professor Lanzone - il tempo non si ferma, l’età degli studenti che si avvicendano mostra generazioni con problemi sempre diversi e nuovi stimoli. I nostri ragazzi non studiano solamente, ma si formano come uomini e donne maturi che sanno guardare il mondo con curiosità: questo perché nel campus si crea un clima di squadra, con tutti noi consapevoli di far parte di un gruppo unito anzitutto dalla nostra identità».

«Il nostro compito è preparare i medici del futuro» ha detto nella sua presentazione il professor Andrea Urbani, presidente del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Farmacia. «Guardando al mondo che sarà tra cinque o dieci anni, il farmacista del futuro sarà il primo consulente della salute e del benessere. Dovrà dialogare con il mondo della medicina, ma anche con tutti i colleghi delle altre discipline; all’interno dell’ospedale è un consulente, in una nuova una gestione integrata». «Stiamo allestendo laboratori nuovi, belli e all’avanguardia e aumentando le possibilità per chi vuole fare ricerca, anche a livello internazionale con realtà di altissimo profilo».

Garanzie per la piena sicurezza di chi studierà e lavorerà nel Campus di Roma dell’Università Cattolica sono arrivate dalla relazione di Lorenzo Cecchi, direttore della sede di Roma dell’Ateneo, che ha parlato delle azioni già messe in atto e delle innovazioni, insieme alle nuove tecnologie, affinché la “nuova didattica” sia non solo piena e sicura, ma anche all’avanguardia: «Didattica in sicurezza significa in Università Cattolica giovarsi di un know-how già sperimentato e ora validato e migliorato da un processo strutturato di verifica e di igienizzazione. Il problema della sicurezza è di tutti, e vivendo questo spirito diventerà sempre di più una responsabilità condivisa da tutta la comunità».

Intesa e appassionata la testimonianza di Giovanni Aulino, studente iscritto al sesto anno del corso di laurea in Medicina e chirurgia che ha portato la propria esperienza non solo di studio, ma di vita nel campus, con docenti e studenti che fin dal primo giorno sono stati «la mia seconda famiglia».
 
«Siamo rimasti in sede durante la pandemia – ha detto Giovanni - abbiamo vissuto una comunità che non si è fermata: porterò nel cuore quest’anno e tutti quelli passati. Le strutture del campus non sono eccellenti solo dal punto di vista didattico, ma anche della qualità della vita. Qui tutti siamo protagonisti della comunità e io l’ho vissuto direttamente, abitando in questi anni in uno dei collegi universitari».

«Quello dell’Università Cattolica – ha concluso Aulino – è un ambiente diverso da quello delle altre Università: non c’è solo un piano di studi, ma un contesto in cui lo studente può totalmente esprimersi. Siamo riusciti a creare diverse attività in cui noi studenti siamo organizzatori e protagonisti. Tante le occasioni che la Cattolica offre agli studenti, come le collaborazioni con alcuni uffici dell’Ateneo in cui ho imparato non solo la professionalità, ma soprattutto la relazione umana. È la comunità che vince, perché si può vincere solo uniti. E questo all’Università Cattolica è possibile».

La giornata dell’Open Week - che ha fatto registrare 80.253 persone raggiunte, 1.540 interazioni e 11.480 visualizzazioni -  è proseguita con altri appuntamenti molto importanti. Di tutto ciò che contribuisce alla migliore partecipazione ai corsi di laurea si è parlato nei seguitissimi approfondimenti virtuali che si sono alternati dalle 16 alle 18 con focus su come iscriversi e quanto costa studiare in Cattolica, incontri live con tutor e studenti della facoltà, aule virtuali dedicate ai servizi di Ateneo.

A conclusione il talk serale "Cattolica International: le esperienze dei nostri studenti nel mondo" (di cui parliamo a lato), e la proiezione del ciclo “Fotostorie Unicatt”. A essere proiettato il video della fotografa Marta Carenzi, un racconto attraverso immagini dei luoghi della Cattolica.