Dalla Francia garanzie statali su 5 miliardi di euro di prestiti
La Commissione Europea ha autorizzato la Francia a concedere garanzie statali su prestiti bancari per 5 miliardi di euro alla Renault. Il via libera è coerente con la recente decisione di Bruxelles di allentare le normative sugli aiuti di Stato per consentire ai Paesi della Ue di sostenere le economie nazionali.
I vincoli. La Commissione ha già approvato un precedente piano francese per garanzie sul 70% delle erogazioni, ma nel caso della Régie la percentuale sale al 90%. Le garanzie sono comunque soggette ad alcune restrizioni: il prestito non può superare il 25% del fatturato 2019 e non può durare più di 6 mesi. Per la Casa della Losanga si tratta, comunque, del secondo soccorso statale in meno di 10 anni.
Il prestito del 2009. Nel 2009 l'allora presidente Nicholas Sarkozy ha concesso un finanziamento vero e proprio da 3 miliardi di euro nel quadro di un piano di sostegno all'intera industria delle quattro ruote da 8 miliardi di euro. I prestiti sono stati restituiti integralmente nel 2011, in anticipo rispetto alla scadenza, e la Francia ha incassato anche interessi per 715 milioni di euro. Oggi, le risorse sarebbero erogate dalle banche e lo Stato si limiterebbe solo a fornire le opportune garanzie, ma il fine è lo stesso: "Qual è la posta in gioco? È la nostra industria automobilistica, è un fiore all'occhiello industriale che appartiene alla nostra cultura, alla nostra storia, è la Renault! Sono un milione i posti di lavoro in tutto il nostro territorio che sono legati all'industria automobilistica", ha dichiarato di recente il ministro dell'economia, Bruno Le Maire, ribadendo l'intenzione dello Stato di "fare qualunque cosa serva, qualunque sia il costo”, compresa la nazionalizzazione, per difendere le attività produttive dagli effetti della crisi.
La situazione. Con le fabbriche chiuse e la domanda praticamente azzerata, i costruttori stanno bruciando cassa a ritmi senza precedenti e la Renault non è da meno: al 31 marzo la liquidità è scesa a 10,3 miliardi, 5,5 miliardi in meno rispetto al 2019 e solo a marzo le attività industriali hanno perso 600 milioni di euro. L’amministratore delegato ad interim Clotilde Delbos ha comunque chiarito come le garanzie statali rappresentino "solo una rete di sicurezza, niente di più", giustificata dalle incognite sulla durata della crisi e sui tempi della ripresa. "È nostro dovere essere al sicuro e coprire anche scenari neri", ha aggiunto.
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