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Daimler
L'Ue pronta a intervenire nella disputa sui brevetti con la Nokia

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L'Ue pronta a intervenire nella disputa sui brevetti con la Nokia
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La Commissione Europea intende intervenire, seppur indirettamente, nella disputa in atto tra la Daimler e la Nokia per l'utilizzo di brevetti tecnologici. In particolare, secondo quanto rivelato dalla Reuters, Bruxelles è pronta a presentare proposte normative: queste servirebbero a verificare quali brevetti siano essenziali per uno standard tecnologico e, in tal caso, le condizioni in cui è necessario pagare le relative royalty.

Il caso. La questione è legata a una battaglia legale in corso da mesi tra il gruppo automobilistico e la società finlandese. La Nokia, infatti, ha intentato una causa in Germania contro il costruttore di Stoccarda, accusato di non aver pagato la licenza per l'utilizzo, nei suoi computer di bordo, di soluzioni tecnologiche per la navigazione e la comunicazione. La Daimler ha replicato alle accuse sottolineando di sfruttare sistemi forniti dalla Here, azienda di Berlino operativa nei servizi di geolocalizzazione, nel 2015 acquisita dal gruppo della Stella in consorzio con l'Audi e la Bmw dalla stessa Nokia: una mossa che ha permesso alla Daimler di entrare in possesso delle tecnologie oggetto delle rivendicazioni dei finlandesi. La disputa, dunque, riguarda quale azienda abbia i diritti di licenza originari sulle tecnologie e a chi debbano essere pagate le licenze qualora sia coinvolta una terza parte, in questo caso la Here: motivo per cui Daimler si è rivolta alla Commissione Europea per dirimere la questione e stabilire a chi spetti il pagamento delle licenze. La vicenda pone da una parte il tema dell'utilizzo di brevetti di terze parti e dall'altra quello dei cosiddetti Sep (brevetti essenziali standard) che tutelano aspetti specifici di uno standard tecnico: se un brevetto è considerato essenziale, allora chi lo utilizza deve pagare una licenza. Tuttavia, i brevetti diventano Sep in virtù di un'autodichiarazione del titolare: pertanto non ci sono controlli né verifiche sulla loro effettiva essenzialità.

Le proposte. La Commissione Europea, secondo quanto riportato dalla Reuters, avrebbe quindi delineato un piano d'azione sulla proprietà intellettuale, da presentare il 24 novembre ai commissari alla concorrenza, Margrethe Vestager, e al mercato interno, Thierry Breton. Come primo passo, il massimo organo esecutivo della Ue sembra intenzionata a impegnarsi con il settore automobilistico per valutare la possibilità di trovare soluzioni efficaci per la concessione di licenze. Al momento sono i costruttori automobilistici a patire maggiormente gli effetti di un problema mai affrontato finora a livello europeo: la Commissione Europea si è sempre astenuta dall'intervenire in qualsiasi controversia e ha invitato le aziende a trovare da sole una soluzione a eventuali frizioni. Tuttavia, la questione sta iniziando a diventare sempre più rilevante, anche in altri settori, come l'energia, la sanità o le telecomunicazioni, a causa del sempre più pervasivo utilizzo di tecnologie originariamente destinate a coprire altri comparti, e quindi altri standard. Se il problema è di tipo contrattuale, allora le eventuali controversie sono in teoria risolvibili, grazie a una negoziazione tra le parti oppure all'intervento di un organo indipendente come un tribunale o una camera di conciliazione; se invece la questione è di tipo concorrenziale, come sostiene Daimler, allora serve l'intervento di un'autorità antitrust, come appunto la Commissione Europea. Per chiarire ulteriormente il quadro normativo, la Commissione prenderà in considerazione riforme normative, come l'istituzione di un sistema indipendente di controlli sull'essenzialità dei brevetti.  

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