Nel nuovo piano industriale meno investimenti e costi, 24 nuovi modelli e più utili
Meno costi e investimenti in Ricerca&Sviluppo, meno piattaforme e motori, più attenzione per l'elettrico e crescenti sinergie con l'alleato nipponico Nissan per lanciare 24 modelli entro il 2025. Sono queste, in estrema sintesi, le linee guida del nuovo piano industriale del gruppo Renault, elaborato dal neo amministratore delegato Luca De Meo. Il business plan, dal titolo emblematico ("Renaulution"), punta in sostanza a chiudere l'era Ghosn e la sua "grandeur" incentrata sulla crescita dei volumi e su una continua espansione geografica per privilegiare una maggior efficienza operativa e quindi un ritorno a una redditività sostenibile dopo le perdite del 2019 e il rosso di bilancio record del primo semestre del 2020.
Dai volumi al valore. La priorità del piano è espressamente indicata nell'incipit della presentazione: la nuova strategia, infatti, "punta a spostare la priorità strategica del gruppo Renault dal concetto di volumi a quello del valore". "Più che una svolta, è una profonda trasformazione del nostro modello di business", ha aggiunto De Meo. "Passeremo da un'azienda automobilistica che lavora con la tecnologia a un'azienda tecnologica che lavora con le automobili". Per raggiungere tale scopo sono previste tre fasi ben distinte: la prima, la "Resurrezione", prevede che fino al 2023 il focus sia sul recupero dei margini e della generazione di cassa; la seconda è la "Ristrutturazione", arriverà fino al 2025 e sarà incentrata su un rinnovo e un arricchimento della gamma per migliorare la redditività; la terza, "Rivoluzione", riguarderà gli anni successivi al 2025 e imposterà un modello di business incentrato su tecnologie innovative e nuove forme di mobilità.
Rilanciare la competitività. Il piano punta quindi a ripristinare la competitività dell'intero gruppo facendo leva su una serie di direttrici, tra cui la riduzione dei costi fissi e variabili nelle fasi di sviluppo e progettazione dei prodotti e di produzione, un'accelerazione sulla mobilità del futuro e sui servizi e maggiori sinergie all'interno dell'Alleanza con la Nissan per aumentare la copertura tecnologica e il presidio dei segmenti di prodotto. Infine, non manca un'ampia riorganizzazione: il gruppo si doterà di una nuova struttura incentrata su quattro divisioni basate su marchi e mercati e "orientata al valore", che porterà l'azienda a misurare le proprie performance non sulle quote di mercato e sulle vendite, ma sulla redditività, la generazione di cassa e l'efficacia degli investimenti.
Meno piattaforme e motori. Per il 2023, il gruppo punta a raggiungere un margine operativo superiore al 3%, flussi di cassa per circa 3 miliardi di euro e la riduzione degli investimenti all'8% circa dei ricavi. Per il 2025 il margine dovrà salire ad almeno il 5% e i flussi a 6 miliardi. Il miglioramento della redditività sarà raggiunto tramite una maggiore efficienza delle funzioni aziendali, una minor complessità e una crescente rapidità decisionale. Pertanto, le piattaforme saranno ridotte da sei a tre (l'80% dei volumi sarà basato su tre architetture condivise all'interno dell'Alleanza) e le famiglie dei propulsori da otto a quattro (una per i diesel dei veicoli commerciali, una per le auto ibride a benzina, una per elettriche e una per le fuel cell). Tutti i modelli saranno sul mercato in meno di tre anni; la capacità produttiva sarà tagliata da 4 milioni di unità l'anno a 3,1 milioni e il tasso di utilizzo degli impianti aumentato dal 70% al 120%; la presenza internazionale si sposterà verso attività ad alto margine; i costi fissi saranno ridotti di 2,5 miliardi (500 milioni in più rispetto al precedente target) entro il 2023 e di 3 miliardi entro il 2025; i costi variabili di 600 euro per veicolo entro tre anni; gli investimenti saranno tagliati dal 10% circa dei ricavi 2019 all'8% per il 2025.
L'offensiva di prodotto. Il piano non prevede comunque solo tagli per aumentare la redditività, ma anche una rinnovata offensiva di prodotto, in particolare in fasce di mercato a maggior redditività e con modelli dal miglior mix di prezzo. Il gruppo ha in programma 24 lanci entro il 2025, per la metà nei segmenti C e D, e almeno dieci veicoli elettrici. In tal senso ogni nuova business unit avrà specifici obiettivi. La Renault, per esempio, dovrà abbracciare una "nouvelle vague" fatta di modernità e innovazione, incarnata dal prototipo elettrico della R5; per Dacia e Lada la parola d'ordine sarà "semplicità", ma con alcune differenze rispetto al passato come una maggior presenza nel segmento C; l'Alpine, invece, integrerà Alpine Cars, Renault Sport Cars e Renault Sport Racing per sviluppare auto sportive esclusive, innovative ed elettriche.
La nuova divisione M0bilize. Infine, de Meo ha battezzato la nascita di una quarta divisione, M0bilize, dedicata ai nuovi servizi per la mobilità: la business unit potrà contare su quattro veicoli progettati appositamente per il car sharing, il ride-hailing e le consegne di ultimo miglio. In proposito, è stata presentata anche la EZ-1 Prototype, la quale anticipa il primo modello dedicato al car sharing. Si tratta di un veicolo elettrico urbano pensato sia per il trasporto persone che per uso commerciale, che anticipa la filosofia progettuale dei modelli futuri. L'approccio è infatti modulare, utile per sfruttare le sinergie del gruppo e realizzare veicoli in base al loro utilizzo nell'ambito urbano. La EZ-1 è lunga 2,3 metri e può ospitare due persone in un abitacolo dove a dominare sono le superfici vetrate. Dall'accesso a bordo fino all'utilizzo stesso del veicolo, tutto passa attraverso lo smartphone dell'utente, mentre un sistema di sostituzione delle batterie rende il mezzo sempre disponibile per l'uso come alternativa alla ricarica tradizionale. I dati tecnici e prestazionali non sono noti: sappiamo, però, che la EZ-1 Prototype è costruita per il 50% con materiali riciclati e sarà a sua volta riciclabile al 95%.
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