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Industria e Finanza

Gruppo BMW
Entro il 2023 una gamma elettrica di 13 modelli

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Entro il 2023 una gamma elettrica di 13 modelli
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Il gruppo BMW imprime un colpo di acceleratore alle strategie di elettrificazione della gamma sull’esempio di quanto deciso negli ultimi giorni anche dalla Volkswagen. Nel corso della tradizionale conferenza stampa sul bilancio annuale, i vertici del costruttore bavarese hanno fornito nuovi obiettivi di crescita per le vendite di auto a batteria e delineato un'ulteriore espansione della gamma. In sostanza, è stato definito un piano industriale improntato su sostenibilità e digitalizzazione, che determinerà una forte spinta sull'elettrificazione, come dimostrato da due conferme: quella della rinuncia a modelli endotermici "nei primi anni del prossimo decennio” per il marchio Mini e quella dell’arrivo della prima Rolls-Royce a batteria

L'offensiva di prodotto. Nello specifico, il gruppo guidato da Oliver Zipse ha deciso di lanciare un'offensiva di prodotto in campo elettrico che, entro il 2023, dovrebbe portare la gamma ad avere 13 modelli a batteria. Quest'anno, le tre elettriche già presenti sul mercato (BMW i3, Mini Cooper Se e BMW iX3) saranno affiancate da altre due: la BMW iX e la BMW i4, al debutto con "tre mesi di anticipo" rispetto ai programmi originari (la produzione era previsto iniziasse in autunno). "Il lancio della BMW iX e della i4 segnerà l'inizio della nostra offensiva tecnologica nel 2021: questi due veicoli completamente elettrici rappresenteranno il punto di riferimento per il futuro delle auto a batteria", ha affermato Zipse. Nei prossimi anni arriveranno anche le versioni elettriche della Serie 5, della X1, della Serie 7 e dell'erede della Mini Countryman. L'espansione della gamma consentirà al gruppo di avere "almeno un modello completamente elettrico su strada in circa il 90% dei suoi attuali segmenti di mercato entro il 2023. L'obiettivo è arrivare nel 2025 a registrare una crescita media annua delle consegne di veicoli a batteria di oltre il 50%, decuplicando i volumi del 2020 e arrivando a consegnare, in totale, circa 2 milioni di unità. 

"Neue Klasse". Il gruppo ha fornito indicazioni anche sul lungo periodo: tra cinque anni, infatti, scatterà la terza fase della trasformazione avviata diversi anni fa con il "Progetto i" e proseguita con un crescente focus su digitalizzazione e massima flessibilità produttiva (ognuno dei quattro impianti tedeschi, per esempio, è destinato a produrre almeno un'elettrica). Dal 2025 la gamma prodotti sarà sviluppata sulla base di un nuovo paradigma denominato "Neue Klasse" (Nuova Classe) e caratterizzato da tre aspetti chiave: un'architettura informatica completamente ridefinita; una nuova generazione di trasmissioni elettriche e di batterie ad alte prestazioni dal design innovativo (esclusa per ora un’internalizzazione della produzione sull’esempio della Volkswagen); un approccio radicalmente nuovo alla sostenibilità lungo l'intero ciclo di vita del veicolo. In tale contesto rientrano l'apertura ai carburanti sintetici (ecco perché per Zipse “i motori tradizionali hanno un futuro”), la tecnologia delle celle a combustibile (l'anno prossimo arriveranno i primi esemplari della BMW iHydrogen Next) e soprattutto una graduale diminuzione delle consegne di veicoli a combustione interna e un contestuale incremento delle vendite di elettriche: per il quinquennio 2025-2030 si punta a una crescita media annua di oltre il 20%. Entro il 2030, i veicoli a batteria rappresenteranno almeno il 50% dei volumi totali e tutti i segmenti presidiati includeranno almeno un modello alla spina. Il gruppo non esclude, tra l'altro, la possibilità che "un certo numero di segmenti" venga "servito esclusivamente da veicoli completamente elettrici". In ogni caso, a Monaco di Baviera prevedono di commercializzare in 10 anni circa dieci milioni di elettriche.  

Le strategie per Mini. Per raggiungere tale obiettivo, un ruolo strategico sarà ricoperto dalla Mini, alla luce dell'importanza che riveste la mobilità elettrica in ambito urbano, terreno di conquista delle vetture compatte. Il marchio britannico presenterà il suo ultimo modello a combustione interna nel 2025, dopodiché lancerà solo elettriche. Entro il 2027, i veicoli a batteria rappresenteranno almeno il 50% di tutte le consegne ed entro l'inizio del 2030 l'intera gamma sarà 100% elettrica. Il gruppo BMW ha anche confermato, per il 2023, il trasferimento a Lipsia della produzione dell'erede della Countryman (avrà versioni sia a batteria, sia a combustione interna) e l'avvio delle attività produttive in Cina per la joint venture con la Great Wall. L'elettrificazione riguarderà anche l'altro brand britannico, la Rolls-Royce: a tal proposito, è stato ribadito l'arrivo di un'elettrica, ma non è stata fornita una tempistica precisa.

Sostenibilità. Nella presentazione delle nuove strategie, i vertici del gruppo bavarese hanno posto l'accento anche sulla digitalizzazione e sull'importanza del nuovo sistema operativo per le vetture, che rappresenta la base dell'ottava generazione del BMW iDrive. Infatti, i modelli Neue Klasse, caratterizzati da caratteristiche aerodinamiche peculiari e da specifiche tecniche tali da garantire minori consumi e autonomia pari a quelle dei motori a combustione interna, offriranno anche un innovativo sistema digitale con servizi personalizzabili in funzione delle richieste degli automobilisti. Un altro aspetto chiave delle nuove strategie è la sostenibilità, perseguita con diverse iniziative: il crescente uso di energia da fonti rinnovabili per le attività, non solo produttive, l'utilizzo di materiali riciclabili, l'impegno sul fronte dell'economia circolare e la riduzione dell'esposizione alle terre rare (assenti nella prossima generazione di motori elettrici) e agli elementi chimici inquinanti come il cobalto. Priorità verrà data anche alla decarbonizzazione, con un taglio dell'80% delle emissioni di impianti e uffici entro il 2030, e con una riduzione del 40% delle emissioni per chilometro percorso d aparte della flotta, per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Come esempio della strategia di trasformazione, il gruppo cita lo stabilimento di Monaco, dove a breve inizierà l'assemblaggio della i4 e progressivamente sarà terminata la produzione di motori tradizionali, con il contestuale trasferimento a Steyr (Austria) e Hams Hall (Regno Unito). I dipendenti saranno impiegati in altre aree a Monaco o di altre sedi in Baviera, come Dingolfing, dove per la produzione di motori elettrici la forza lavoro aumenterà da 1.200 a 2.000 dipendenti. I due impianti bavaresi utilizzeranno esclusivamente energia idroelettrica.

I conti del 2020. Il gruppo BMW, capace di ridurre a 99 g/km le emissioni CO2 della flotta grazie all'aumento delle consegne di modelli elettrificati (a fronte del limite europeo di 104 g/km), potrà sostenere le sue strategie di trasformazione anche grazie alla solidità del suo bilancio annuale. Il secondo semestre del 2020 ha mostrato performance tali da annullare quasi del tutto l'impatto della pandemia del coronavirus sui primi sei mesi. In particolare, a fronte di consegne in flessione dell'8,4% a 2,32 milioni di unità, i ricavi sono scesi di appena il 5%, a 98,99 miliardi, per effetto dell'aumento delle vendite di modelli di alta gamma come la Serie 7, la Serie 8 o la X7. L'utile operativo è invece sceso del 34,8% a 4,83 miliardi, l'utile pre-tasse del 26,6% a 5,22 miliardi, di cui 4,83 miliardi solo nel secondo semestre (+9,8%), e l'utile netto del 23,2% a 3,86 miliardi. Il gruppo, anche grazie al taglio degli investimenti (-30,6%), è riuscito a chiudere l'anno con flussi di cassa positivi per 3,39 miliardi nonostante nel primo semestre abbia bruciato 2,5 miliardi di euro. Di conseguenza, i vertici aziendali hanno confermato la distribuzione dei dividendi per quanto in calo rispetto all'anno scorso: il monte-cedole passa da 1,64 a 1,25 miliardi. 

Le prospettive. Per il 2021, malgrado l'elevata volatilità, l'incertezza legata all'emergenza sanitaria e altri rischi come la crisi dei chip (un problema finora "sotto controllo” che non ha determinato nessun giorno di stop alla produzione), il costruttore bavarese conta di registrare performance finanziarie positive con "un solido aumento delle consegne", un margine operativo per il business automotive  in salita dal 2,7% del 2020 a 6-8% (nel lungo periodo si punta a tornare all’8/10% del passato) e un utile pre-tasse consolidato "significativamente superiore" rispetto all'anno scorso. "Il gruppo BMW - ha sottolineato Zipse - ha piani ambiziosi per il 2021. Abbiamo iniziato il nuovo anno con un forte slancio e puntiamo a tornare ai livelli pre-crisi il più rapidamente possibile, per poi andare anche oltre. Abbiamo una chiara tabella di marcia per rendere la trasformazione del nostro settore un vero vantaggio competitivo per la BMW nei prossimi anni". "In altre parole" ha concluso il ceo "la BMW sta diventando elettrica, digitale e circolare".

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