ATP Madrid: Fognini eliminato da Leo Mayer. Fuori anche Lorenzi

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ATP Madrid: Fognini eliminato da Leo Mayer. Fuori anche Lorenzi

MADRID – Altra sconfitta prematura per il n.1 italiano. Solo una vittoria in tre tornei sul rosso europeo. Lorenzi eliminato da Verdasco. Già esaurite le cartucce azzurre

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dal nostro inviato a Madrid

L. Mayer b. [16] F. Fognini 6-3 6-4

Ancora rimandato, purtroppo, l’appuntamento con la trecentesima vittoria a livello ATP di Fabio Fognini. Il numero 1 italiano ha offerto una prova non degna del suo talento, dando l’impressione di essere molto teso. Ha lottato come ha potuto, ma col tennis mostrato oggi, contro un buon Mayer, non è bastato. Un vero peccato, anche facendo un primo bilancio di questa prima parte di stagione europea sul rosso, nella quale Fabio – tra Coppa Davis, Montecarlo, Monaco e Madrid – ha ottenuto appena due successi, su tennisti dalla classifica mediocre come Chardy e Ivanshka.

Fognini incontrava per la quarta volta in carriera Leonardo Mayer, 45 ATP, contro il quale aveva vinto tre dei quattro precedenti, ma perso male l’ultimo, giocato a febbraio a Buenos Aires: un campanello d’allarme per il ligure, specie se sommato ai buoni risultati raccolti nei Masters 1000 americani da Leo (terzo turno a Indian Wells, dove ha sconfitto Dimitrov, ottavi a Miami). Non c’è bisogno dell’applausometro per capire da quale parte sia il pubblico del piccolo, ma gremito campo numero 4, appartenente al lotto dei campi del ground della Caja Magica: Fabio è amato a Madrid, sebbene in carriera non sia mai arrivato agli ottavi qui. Probabilmente, il pubblico di casa ricorda le sue grandi prestazioni negli ultimi due anni, quando ha perso di un soffio partite contro Nishikori e Nadal (a parte Thiem, Fabio è l’ultimo tennista ad aver tolto sulla terra un set al maiorchino). Il termometro segna i 21°, il cielo madrileno, dopo il temporale di ieri sera, non presenta una nuvola: si gioca nelle migliori condizioni per una partita di tennis.

Parte subito bene l’azzurro che nel gioco d’apertura, dopo aver risposto male sulla prima palla break, con un bel rovescio lungolinea capitalizza la seconda opportunità e strappa il servizio al trentenne argentino. Si rivela un’illusione perché, tra nastri sfortunati e doppi falli, Mayer prima riequilibra il punteggio e poi, nel terzo gioco, salva col servizio due nuove palle break. Dopo queste occasioni perse, Fabio inizia a innervosirsi: prima ha un confronto col giudice di linea per non essersi spostato e avergli consentito di colpire bene la palla, poi inizia a girarsi verso il suo angolo imprecando contro la sfortuna nera e a lanciare la racchetta per terra. Una partita iniziata molto bene, in un attimo si mette in salita: dopo 23 minuti Mayer conduce 4-1. Tra monologhi di Fabio che cerca molte volte il coach Franco Davin, che risponde sempre immobile e impassibile come una Sfinge, si arriva al 5-3 40-15 Mayer. Sul primo set point, l’argentino fa doppio fallo; sul secondo, un gran recupero difensivo di Fabio manda fuori giri Mayer. Tutto inutile: un errore banale del ligure – che gli fa dire un non mi sopporto!” capace di ben rendere il suo travagliato stato emozionale in quei momenti – manda al terzo set point Leonardo, che chiude il primo parziale col punteggio di 6-3 in 39 minuti.

Inizia il secondo set con un Fabio combattivo, ma non ancora in fiducia: “Oggi non va”, ripete al suo angolo nei primi giochi, nei quali anche un pizzico di sfortuna non gli fa convertire una palla break. Uno stato mentale, sul quale si appoggia un solido e coraggioso Mayer- bravo a chiudere a rete i punti in cui si apre il campo e a scegliere quando provare il vincente- che dopo un’ora di gioco nel quinto game strappa il servizio a Fognini. Il nostro numero 1 sente che la partita gli sta scappando di mano e sfoga frustrazione scagliando la pallina fuori dal campo e beccando l’inevitabile warning. Nell’ottavo gioco, Fabio con dei bei colpi guadagna palla break, ma risponde malamente di rovescio, sprecando la chance. Quando Mayer va a servire per il match, Fognini arriva a 0-40, girandosi verso il suo angolo dice “è il momento!”; purtroppo però, una risposta lunga, un rovescio in rete e un dritto lunghi dicono il contrario. Mayer converte il primo match point con una bella volée bassa di rovescio e dopo un’ora e ventisei minuti conquista l’accesso ai sedicesimi, dove affronterà il vincente del match tra Verdasco e Lorenzi.

F. Verdasco b. P. Lorenzi 7-5 6-4

Dopo Fognini e Errani, semaforo rosso al primo turno anche per l’ultimo italiano in tabellone, Paolo Lorenzi. Il toscano è stato autore di una buona prova per lunga parte del primo set, per poi calare e concedere il passaggio al secondo turno a un Verdasco a cui è bastato fare il “compitino” per vincere la partita. In ogni caso resta, in un momento di forma psico-fisica tutt’altro che buona, la soddisfazione meritata per Paolo di aver calcato un altro dei centrali più prestigiosi del mondo, il Manolo Santana.

Si affrontavano due giocatori maturi – Paolo è nato a fine 1981, Fernando poco meno di due anni dopo – accomunati da una grande esperienza nel circuito, sebbene a diversi livelli, come si può capire anche dal differente numero di partecipazioni al Mutua Madrid Open. Infatti, Paolo stasera era all’esordio nel torneo spagnolo, mentre Fernando aveva giocato qui già quindici volte, seppur con un bilancio modesto di soli due quarti raggiunti (nel 2009, sconfitto da Nadal, e nel 2012 da Berdych), appena 16 vittorie e (ovviamente) 15 sconfitte complessive. Nonostante la quasi ventennale carriera professionistica i due si erano affrontati solo due volte, entrambe sulla terra (Quito e Houston, sempre nel 2015): Fernando in entrambe le occasioni aveva vinto senza perdere un set.

A inizio match i due si strappano il servizio a vicenda e, quando sono ancora in una fase di studio, sul 3-2 0-15 Lorenzi, un improvviso e intenso temporale sorprende l’organizzazione. I tempi richiesti per azionare la copertura del tetto e la contestuale fitta pioggia battente costringono gli organizzatori a ricorrere al tradizionale sistema adottato in questo caso, i teli. Per 45 minuti la partita viene sospesa e, prima che si riprenda a giocare in condizioni indoor, il Manolo Santana diventa una sorta di palasport per eventi di musica latina. Viene sparata musica a tutto volume per intrattenere gli spettatori e gli schermi inquadrano, nei palchi VIP, Keylor Navas, portiere del Real Madrid, il quale non si sottrae all’atmosfera festiva venutasi a creare e per un po’ simula di ballare le coreografie assieme al pubblico. Tornando al match, Paolo nel nono gioco sul 30-0 si addormenta e concede una pericolosa palla break, ma è bravo a salvarsi col servizio. Il pubblico madrileno non è numeroso, ma è molto caloroso nel sostenere il suo concittadino e le condizioni indoor venutesi a creare amplificano l’impatto del suo sostegno. Nell’undicesimo gioco Verdasco si erge nuovamente a palla break, ma questa volta ne conquista due consecutive: sulla prima stecca il dritto, sulla seconda lo aiuta Paolo, sbagliando un facile smash. Nel gioco successivo, sul secondo set point, Lorenzi spara lungo il rovescio, regalando dopo 48 minuti il primo set a un Verdasco non certo irresistibile.

Paolo continua ad apparire calato nel rendimento (più lento e meno capace di colpire la palla con profondità). Verdasco, senza dover strafare, nel gioco inaugurale del secondo set brekka Lorenzi, mettendo in discesa la sua partita. In pratica non succede più nulla: Verdasco nei successivi cinque turni di servizio concede solo due punti, guadagnando facilmente il secondo turno contro Mayer, sempre sconfitto nelle quattro volte in cui l’ha affrontato.

Risultati:

L. Mayer b. [16] F. Fognini 6-3 6-4
F. Verdasco b. P. Lorenzi 7-5 6-4

Il tabellone maschile

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